Posizioni consentite, consigli e precauzioni per un ritorno alla vita di sempre, dopo l'operazione all'anca.

La protesi di anca è un intervento sempre più frequente che viene effettuato su soggetti anziani ma anche su giovani dai 40/45 anni in su. La prima preoccupazione è sicuramente quella di tornare a svolgere normalmente la propria vita: camminare, guidare, lavorare, fare sport...

...ma poco viene considerato il ritorno ad una normale vita sessuale. Fortunatamente pian piano si sta perdendo l’immagine del sesso come tabù e alcuni ortopedici si sono procurati dei libricini informativi sulle posizione consigliate e le precauzioni da prendere.

Precauzioni dopo l'intervento all'anca

Nonostante i progressi scientifici e chirurgici che hanno velocizzato e migliorato il processo di guarigione, il paziente operato deve prestare attenzione ad una serie di movimenti finché non è considerato fuori dal rischio di lussazione.

Prima di riprendere una buona vita sessuale, i medici danno un tempo di circa 6 settimane dall’intervento, ma la tempistica può variare, per questo è sempre meglio chiedere al proprio medico.

Fare attenzione a:

  • non flettere l’anca oltre i 90°,
  • non intraruotare l’anca,
  • raccogliere oggetti da terra tenendo la gamba operata indietro,
  • allacciarsi le scarpe tenendo il corpo tra le ginocchia,
  • usare delle sedute non troppo basse,
  • da sdraiati tenere un cuscino sia sotto le ginocchia che tra le gambe,
  • dormire dal lato operato se si hanno dolori, si può quando i dolori scompaiono,
  • non stare sdraiati di lato, col lato operato in alto (in fase iniziale). Successivamente mettere 1 o 2 cuscini tra le gambe.

Queste sono precauzioni generali ma già fanno capire a cosa stare attenti durante un rapporto sessuale.

Attività Sessuale e Protesi d'Anca

Le posizioni del sesso consigliate dopo l'operazione per la protesi d'anca

Andiamo ad illustrativi uno schema molto intuitivo (che potete trovare sul web) che spiega quali posizioni sono accettate nei casi di protesi di anca dell’uomo o della donna.

Nelle posizioni in cui si è seduti l’uno sull’altro, bisogna stare attenti a non mettere troppa pressione nella zona dell’anca operata ed evitare di fletterla troppo. Nelle posizioni di lato è sempre meglio che il lato operato stia sotto per evitare adduzioni eccessive.

Per saperne di più sui tempi di recupero post-intervento, puoi leggere anche:  Protesi anca: linee guida per il recupero


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Protesi anca mini invasiva

Cos’è e quando è necessario un intervento con inserimento di protesi dell’anca

La protesi d'anca è uno degli interventi più diffusi che diventa necessaria quando lo stato di degenerazione dell’articolazione coxo-femorale diventa invalidante. Questo accade, oltre che nei casi di traumi con fratture della testa o collo del femore, anche nei casi di traumi ripetuti, displasia dell’anca. Questi causano una progressiva degenerazione dell’articolazione con il generarsi di una progressiva coxartrosi. Non c'è un limite di età, la degenerazione può colpire soggetti giovani ed anziani.

Tipologie di protesi d'anca: i vantaggi della protesi mini invasiva

Fino a poco tempo fa si sono usate principalmente protesi a stelo lungo, cementate e non cementate.

Ad oggi si punta ad usare protesi più piccole così da preservare il più possibile la componente ossea e consentire una maggiore stabilità della protesi. Queste ultime sono fatte in titanio, con testa in ceramica e sede di alloggiamento in ceramica e polietilene.

Ovviamente la variabilità nell’uso della protesi può dipendere da età, stato dell’osso, via di accesso, campo operatorio.


Vie d'accesso all'anca

Le vie di accesso che hanno preso maggiormente piede erano quelle posteriori e posteri laterali. Sicuramente più semplici, ma che implicavano il disinserimento e rifissaggio di diverse strutture muscolari. Questo causava una maggiore perdita ematica e dei tempi di recupero muscolare piuttosto lunghi e non senza problemi.

Accesso anteriore per la protesi dell’anca

La VIA ANTERIORE, che in realtà esiste da molto tempo ma non fu sviluppata, sta prendendo sempre più piede. È sicuramente una metodica più complicata per lo specialista ma presenta diversi vantaggi.

Vantaggi accesso anteriore per protesi anca

Andiamo ad elencare i vantaggi:

  • cicatrice ridotta a 7-8 cm rispetto ai 15 degli altri accessi,
  • dolore nettamente ridotto nella fase post operatoria,
  • assenza di complicanze muscolari,
  • rapida ripresa della vita quotidiana,
  • riduzione del rischio di lussazione post operatoria,
  • lunga durata delle protesi.

Svantaggi

  • rischio di compromettere il nervo cutaneo laterale della coscia con area di anestesia,
  • la tecnica potrebbe essere evitata nei casi di obesità o eccessiva massa muscolare.

Riabilitazione post-operatoria per protesi anca mini invasiva

La protesi mini invasiva ha un tempo più o meno variabile di vita. Questo può dipendere anche da che attività andiamo a praticarci sopra.

Gli sport sconsigliati sono tutti quelli reputati ad alto impatto come:

  • calcio,
  • tennis,
  • atletica,
  • basket,
  • climbing,
  • hockey,
  • aerobica.

Tra gli sport consigliati troviamo:

  • sci di fondo e discese semplici,
  • golf,
  • camminata,
  • cyclette e bici,
  • canottaggio,
  • nuoto,
  • ballo da sala.

Per approfondire questo argomento leggi anche il nostro articolo dedicato alle fasi del recupero post operatorio per la protesi dell'anca


Riabilitazione per operazione protesi anca a Roma

Tra le varie specializzazioni, lo staff di fisioterapisti del nostro centro di Fisioterapia Roma Osteokinesis si distingue per i percorsi di riabilitazione post operatoria personalizzati, individuati dopo una attenta analisi del caso e delle indicazioni dell'ortopedico che segue il paziente o che ha eseguito l'operazione.

Qui di seguito raccontiamo l'esperienza di una nostra paziente e il percorso di riabilitazione post-operatorio che evidenzia come con la metodologia mini-invasiva sia stato possibile un recupero funzionale migliore e più rapido.

Descrizione di un caso di riabilitazione post-operatoria per protesi d'anca

VI parliamo di Barbara, una ragazza di 48 anni che ha dovuto operarsi ambo le anche. La prima circa 4 anni fa con un accesso postero laterale.

L’intervento andò benissimo ed iniziò subito la terapia con noi.

La cicatrice appariva ispessita e dolente. All’inizio gli esercizi di rinforzo erano molto faticosi, la progressione fu molto graduale, ma si evidenziò subito una limitazione nel tirare su la gamba tesa e molta fatica nel portarla lateralmente.

Barbara riprese la sua vita quotidiana e tornò a fare cyclette e yoga ma mantenne quelle limitazioni.

La seconda anca venne operata con accesso anteriore e l’inserimento di una mini protesi. La cicatrice, nettamente più piccola, non le portò dolenzie. Riuscì ad effettuare da subito tutti gli esercizi di rinforzo, ovviamente in modo graduale. Abbandonò dopo due mesi ambo le stampelle (che tenne anche più del necessario per una sua maggiore sicurezza e precauzione), e tornò rapidamente alla vita quotidiana.


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Importanza del pavimento pelvico nei rapporti sessuali

Se non conosci il pavimento pelvico, non saprai l'importanza di una sua buona funzionalità durante i rapporti sessuali.

In questa pagina abbiamo già approfondito: "Il pavimento pelvico, cos'è e com'è strutturato"

Vediamo ora invece a cosa serve in particolare sotto l'aspetto della sessualità dell'uomo e della donna.

La funzione del pavimento pelvico nei rapporti sessuali

Quando si pensa al pavimento pelvico, lo si associa spesso alla donna; ma anche nell'uomo ha una funzione essenziale.

Funzione nell'uomo

Nell'uomo l'attività erettile è favorita dalla buona contrazione del muscolo bulbo-cavernoso che avvolge i corpi cavernosi favorendone la compressione. Altri muscoli che partecipano al mantenimento dell'erezione e all'esecuzione del rapporto sessuale sono l'elevatore dell'ano ed i glutei.

Per finire i muscoli bulbo ed ischio cavernoso, con delle contrazioni ritmiche, consento il processo di eiaculazione.

Nell'immagine sotto: struttura del pavimento pelvico nell'uomo.

Struttura del pavimento pelvico nell'uomo


Funzione nella donna

L'azione del bulbo-cavernoso favorisce l'erezione e retrazione del complesso clitorideo consentendo un miglior contatto tra i due membri.

Inoltre l'azione del muscolo elevatore dell'ano consente di fare aderire meglio le pareti vaginali al pene aumentando la stimolazione per entrambe.

Anche nella donna l'orgasmo è mantenuto dalle rapide e multiple contrazioni del bulbo ed ischio cavernoso.

Nell'immagine sotto: struttura del pavimento pelvico nella donna.

Struttura del pavimento pelvico nella donna


Funzioni del pavimento pelvico per entrambi i sessi

In entrambi i sessi la buona funzionalità dei muscoli del pavimento pelvico consente una buona vascolarizzazione. Quest'ultima è alla base di un buon funzionamento di tutto l'apparato durante la fase del coito ed un aumento della sensibilità degli organi sessuali.

Altre informazioni su tutte le funzioni del pavimento pelvico >


La riabilitazione del pavimento pelvico

Il pavimento pelvico, come molte delle altre strutture del nostro corpo, può essere allenato e sottoposto a terapie di riabilitazione.

Spesso dopo eventi traumatici per la muscolatura che lo compone, o per altre cause più o meno fisiologiche, possono insorgere delle disfunzioni del pavimento pelvico.

On questi casi è bene approfondire le cause e rivolgersi ad uno specialista, come i nostri fisioterapisti a Roma, per risolvere le problematiche nel migliore dei modi.

Scopri di più sulla Riabilitazione del pavimento pelvico e le tipologie di trattamento a Roma >


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Protesi anca: linee guida per il recupero

Tempi di recupero, indicazioni e controindicazioni per chi ha subito l'intervento all'anca

Gli interventi di protesi di anca e protesi anca mini invasiva sono sempre più frequenti sia nei soggetti anziani che in soggetti più giovani (dai 40anni in su) per i seguenti problemi:

  • artrosi,
  • fratture,
  • patologie displasiche non diagnosticate,
  • usura,
  • patologie degenerative giovanili.

Le tecnologie e le tecniche sono andate molto avanti, garantendo interventi sempre meno invasivi e che garantiscono un recupero sempre più rapido.

Tempi di recupero protesi anca

Esistono comunque dei tempi tecnici da rispettare e guai a non farlo se non si vuole incorrere in problemi come ad esempio la lussazione della protesi.

I primi passi

La prima cosa da fare è seguire un costante percorso riabilitativo che consenta di lavorare su:

  • un pieno recupero articolare,
  • un recupero della elasticità muscolare,
  • recupero della forza muscolare,
  • mantenimento della stabilità e dell'equilibrio,
  • recupero della dinamica del passo.

Indicazioni e controindicazioni per i primi 3 mesi

Essenziale è rispettare alcune accortezze:

  • evitate di sedersi su superfici troppo basse;
  • evitare di portare la gamba in eccessiva adduzione, intrarotazione o flessione oltre i 90°;
  • utilizzare dei rialzi per il water o bidet;
  • evitare di guidare macchina o motorino;
  • salire le scale sempre con la gamba sana e scenderle sempre prima con la gamba operata;
  • raccogliere oggetti da terra facendo forza sulla gamba sana e lasciando quella operata dietro.

Il recupero funzionale

Il recupero funzionale è piuttosto rapido. 

Già dopo 30gg si potrebbe camminare senza stampelle. Questo è un decoroso molto soggettivo in quanto dipende dal recupero muscolare della persona e dalla sua sicurezza nel camminare senza supporti.

Già dopo circa 45/60 giorni si potrebbe tornare a guidare, magari mettendo un cuscino sotto il sedere per mantenere una minor flessione di anca.

Già dopo 30gg si possono riprendere i rapporti sessuali, ma occhio a mantenere solo posizioni dove l'anca non superi i 90° di flessioni o subisca delle pressioni e carichi eccessivi. Se il recupero va bene, ai 3 mesi si possono riprendere le normali attività.

 

Protesi d'anca e sport

Le protesi di ultima generazione si cementano molto rapidamente consentendo subito di tornare a camminare. 

Ma quando possiamo tornare alla attività fisica?

I pareri sono discordanti anche perché gli sport sono tanti e con caratteristiche molto diverse. Diciamo quindi che se c'è un buon recupero muscolare e di mobilità, già a 45/60gg si possono riprendere attività come la camminata veloce, la bicicletta, il nuoto, il tennis…cautamente.

Per la corsa e la pallavolo si consiglia di aspettare almeno i 3 mesi per consentire un maggior rafforzamento dei muscoli. Questo perché  prevedono contraccolpi e traumi da impatto importanti che necessitano di una buona struttura per essere assorbiti (più la corsa della pallavolo). La corsa rimane un'attività poco consigliata o da fare con molta parsimonia.

Per gli sport da contatto come: calcio, basket, rugby, si richiede sempre almeno 3 mesi di tempo dall'intervento se non di più, e rimangono altamente sconsigliati sia per il rischio di trauma da contatto sia per i movimenti laterali ed in torsione. 

Attività sessuale e protesi d'anca

Anche per l'attività sessuale ci sono delle indicazioni ben precise da rispettare, sia per le tempistiche, sia per quanto riguarda le posizioni più idonee per non sollecitare in maniera scorretta l'anca.

Gli specialisti del nostro centro di Fisioterapia a Roma, hanno spiegato in questo articolo quali sono tempi e posizioni più corrette:

Attività sessuale e protesi d'anca

 

Ti sei sottoposto o stai per sottoporti ad intervento di protesi d'anca?

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