Linfodrenaggio: cos'è e a cosa serve

Il linfodrenaggio è una tecnica corporea finalizzata a riattivare la circolazione linfatica ed eliminare il ristagno dei liquidi, teramite un massaggio drenante.

La tecnica del linfodrenaggio

Ci sono varie tecniche di massaggio linfodrenante, ma sostanzialmente la differenza nell'efficacia del trattamento la fa l'esperienza e la formazione negli studi del massaggiatore fisioterapista.

Infatti per eseguire questo speciale tipo di trattamento, è indispensabile una formazione specialistica. L'operatore, infatti, deve conoscere perfettamente il circolo linfatico e le zone da trattare, così da poter "condurre" i liquidi verso un percorso idoneo all'espulsione.

Il sistema linfatico è caratterizzato dall’insieme di vasi che consentono il ritorno della linfa nel sistema circolatorio.

Questo viaggia indipendentemente dal sistema sanguigno e possiede delle stazioni, dette linfonodi.

La funzione dei linfonodi è di:

  • filtrare la linfa, captando tutte quelle cellule (cell.dendridiche, antigeni e linfociti) che consentono la corretta attivazione del sistema immunitario
  • di generare una memoria immunologia.

Quando questo sistema non funziona bene, si generano rigonfiamenti delle parti periferiche del corpo (mani, piedi, gambe, braccia), dei rigonfiamenti degli stessi linfonodi (spesso indice di uno stato infiammatorio o infettivo) e un mal funzionamento del sistema immunitario.

Presso il nostro centro la tecnica del linfodrenaggio viene eseguitaunicamente da personale specializzato, con esperienza pluriennale in questo campo.
Scopri di più

Linfodrenaggio terapeutico, massaggio drenante anti-cellulite e non solo

La tecnica del Linfodrenaggio ha come obiettivo quello di sbloccare i linfonodi intasati e mal funzionanti consentendo una buona circolazione della linfa.

Ma il linfodrenaggio non è esclusivamente una tecnica dedicata agli insetetismi della pelle.

Per cosa è indicato il linfodrenaggio:

  • Favorire il riassorbimento degli edemi, anche nei casi di intervento chirurgico;
  • Favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici.
  • stimolare le difese immunitarie locali, come nei casi di acne, ferite e nei casi di infezioni alle vie aeree (tonsilliti, faringiti, sinusiti).

Nel caso degli edemi e dei linfedemi per mantenere i risultati ottenuti durante la seduta di linfodrenaggio, viene utilizzato un bendaggio compressivo.

Grazie alle caratteristiche drenanti di questa tipologia di trattamento, lo stesso è adatto anche a donne in gravidanza.


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Linfedema e bendaggio elastocompressivo

Che cos'è e come si presenta il linfedema

L’edema linfatico è una patologia piuttosto frequente che colpisce arti superiori ed inferiori.  Il linfedema è caratterizzato da una elevata concentrazione proteica nel comparto extravasale. Questo favorisce il richiamo di liquidi dagli spazi endocapillari generando il gonfiore.

Cause del linfedema

I linfedemi si dividono tra PRIMITIVI E SECONDARI.

I primitivi non presentano una causa definita, hanno quindi una eziologia ignota ma spesso legata a fattori genetici/familiari.

I secondari sono invece legati ad una lesione organica linfatica. Queste lesioni o alterazioni del sistema linfatico sono dovute a : neoplasie infiltrative, chemio e radioterapia, infezioni, traumi, obesità, interventi chirurgici.

I sintomi dell'Edema Linfatico

I sintomi sono legati ad un rigonfiamento dell’arto spesso accompagnato da rossore, prurito e distensione della pelle.
Il linfedema colpisce generalmente un solo arto.
Questo ci consente di differenziarlo dai gonfiori legati a:

  • insufficienza epatica
  • insufficienza renale
  • insufficienza cardiaca
    che coinvolge entrambe gli arti.

Per saperne di più leggi anche la pagina di approfondimento sul linfedema.

La terapia per il linfedema: linfodrenaggio e bendaggio elastocompressivo

La terapia prevede l’intervento con metodo manuale di Linfodrenaggio che consente di svuotare i linfonodi e favorire il drenaggio del liquido.

Oltre al massaggio drenante, per prolungare l'azione ed aumentare l'efficacia si può intervenire conun bendaggio elastocompressivo.

Puoi leggere di più sull'applicazione del bendaggio elastocompressivo e i risultati di questo trattamento in questo articolo che riguarda un caso studio del nostro centro di fisioterapia di Roma: "Case study: bendaggio gambe per trattamento linfedema"

Cos'è e come viene realizzato il bendaggio elastocompressivo

Il bendaggio elastocompressivo viene effettuato partendo dalle teste metatarsali fino al ginocchio (cavo proporrò), se non fino all’inguine.

Questo eviterà l’aumento dell’edema grazie alla pressione applicata e favorirà una compressione delle strutture muscolari facilitando il ritorno venoso.

Gli effetti del bendaggio sul linfedema

Gli effetti di un bendaggio sono:

  • riduzione del calibro venoso,
  • facilitazione del lavoro valvolare venoso,
  • miglioramento del circolo linfatico,
  • riducezione gli edemi.

Gli effetti del bendaggio sul linfedema

Il linfedema è caratterizzato, da un punto di vista chimico fisico, oltre che dalla componente fluida, anche da una elevata componente proteica.

Queste macromolecole proteiche cronicizzano l’edema rendendone difficile l’eliminazione.


Diversi studi* hanno dimostrato come il bendaggio sia essenziale per favorire il drenaggio della componente proteica.
*(Leduc A., Leduc O, Association of several therapeutic modalities in the testamento edema, Abstr. XXI Eur. Congr. of Lymph., Roma 96; the Si è. J.of lymph, sp. Co.1, Vol 6, 14, 1996)

 Il bendaggio non deve essere doloroso. Quindi se il bendaggio risulta doloroso, si consiglia di contattare il centro o l'operatore che lo ha eseguito.

 

Gli effetti collaterali all'uso del bendaggio elastocompressivo per il linfedema sono:

  • dolore
  • ischemizzazione
  • allergie cutanee
  • decubiti
  • infezioni
  • arteriopatie
  • lesioni neoplastiche.

Si consiglia dunque, per l'esecuzione di questa tecnica, di affidarsi ad un centro fidato, con operatori specializzati.

 

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Top therapy linfodrenaggio

Hai subito un intervento chirurgico??

Soffri di ritenzione legata a problemi linfatici??

Il linfodrenaggio potrebbe essere la soluzione ai tuoi problemi!

Top Terapy Linfodrenaggio a Roma

Cos'è il linfodrenaggio efficace su piano terapeutico

Il linfodrenaggio è metodo che apporta una serie di benefici comprovati scientificamente, a tutto il corpo. Il massaggio manuale che viene effettuato dal fisioterapista apporta un beneficio sul piano terapeutico a tutto il sistema linfatico.

Nasce come massaggio drenante, manegli ultimi anni la sua applicazione, affiancata ad altre terapie, sta dimostrando di apportare benefici per una moltitudine di patologie, come ad esempio: Edemi, Linfedemi, Sinusiti, faringiti, tonsilliti, Coxartrosi, Sindrome da conflitto di spalla (impengement), Gravidanza, edemi arti inferiori, allattamento, Tromboflebiti solo dopo eparina, Ulcere, Malattie dermatologiche (eczemi non infetti, acne).

Presso il nostro centro il linfodrenaggio viene eseguito da fisioterapisti esperti e specializzati, ed affiancato al bendaggio linfatico (bendaggio funzionale), ove necessario.

Dove effettuare terpie di linfodrenaggio a Roma

I nostri professionisti, sotto previa prescrizione medica, sono a tua disposizione per valutare il tuo caso e capire come intervenire e con quale frequenza, facendo un piano terapeutico adatto alle tue necessità.


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Fisioterapia Dermatofunzionale

Fisioterapia estetica a Roma

Presso il nostro centro di fisioterapia di Roma, sono disponibili trattamenti di fisioestetica per il trattamento delle cause di inestetismi, patologie legate alla cute e al derma e disfunzioni della pelle e dei tessiti cutanei e cicatriziali.

Cos'è la fisioterapia dermatofunzionale o fisioestetica

È una branca della fisioterapia che si occupa dei problemi legati alla cute ed ai tessuti sottostanti favorendo il ripristino o il miglioramento.

L'obiettivo di questa branca della fisioterapia può essere sia funzionale (miglioramento del microcircolo, elasticità dei tessuti cicatriziali, ecc), che estetico, come nei casi di trattamento di cellulite o altri inestetismi della pelle. Per questo motivo è spesso associata alla medicina e alla chirurgia estetica.

Quando si potrebbe avere bisogno della fisioestetica?

Una funzione molto importante ad esempio è quella della preparazione ad interventi chirurgici (ad esempio per migliorare l'elasticità dei tessuti) o l'affiancamento nella fase post operatoria, per ripristinare in breve tempo le alterazioni legate all'intervento, cercando di prevenire la comparsa di disfunzioni dei tessuti coinvolti e migliorare gli inestetismi.
 

Quali sono le disfunzioni che possono essere trattate con la fisioterapia dermatofunzionale

  • cicatrice atrofica o ipertrofica,
  • aderenze cicatriziali,
  • fibrosi,
  • edema,
  • ecchimosi,
  • ematoma,
  • ulcere,
  • piaghe da decubito,
  • cellulite.

Le cause più frequenti delle problematiche della cute sono ad esempio:

  • invecchiamento,
  • obesità,
  • rapido dimagrimento,
  • ustioni,
  • interventi chirurgici (cicatrici) di tipo ortopedico, per tumori o di medicina estetica.

Finalità del trattamento nei casi di interventi chirurgici

Ripristinare in breve tempo le alterazioni legate all'intervento, cercando di prevenire la comparsa di disfunzioni dei tessuti coinvolti e migliorare gli inestetismi.

Come interviene il fisioterapista

Tecniche manuali di linfodrenaggio, uso di terapie fisiche (elettroterapia, ultrasuoni, radiofrequenza, laser, magnetoterapia), esercizi di allungamento, taping neuromuscolare.


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Cicatrici: trattamento in Fisioterapia

Il Processo Cicatriziale, Le Tipologie Di Cicatrici E I Trattamenti Possibili Per Prevenire, Lenire E Curare Con La Fisioterapia

Le cicatrici sono delle strutture di riparazione dei tessuti corporei che si originano ogni qual volta subiamo una lesione:

  • intervento chirurgico
  • ferita da taglio
  • ferita da ustione
  • lesione muscolare.

Il processo cicatriziale

Il processo cicatriziale ci può sembrare più o meno rapido e questo dipende da diversi fattori interni (endogeni) ed esterni (esogeni).

I fattori endogeni sono legati ad aspetti di genetica, familiarità, età, etnia, ecc...

I fattori esterni sono legati a stress, stile di vita, alimentazione, uso di medicinali, fumo ed alcool, esposizione a radiazioni solari, ecc...

La cicatrizzazione è caratterizzata da 4 fasi:

  1. EMOSTASI che si protrae per i primi 2 giorni e prevede uno stravaso ematico legato alla lesione che trasporta nella zona del danno elementi come le piastrine, la fibrina, ecc, che secernono la proteina TGF-ß1. Questa ha un ruolo essenziale per la differenziazione e proliferazione cellulare.
    Curare Cicatrici con dermatofisioterapia
  2. INFIAMMAZIONE che dura circa 6 giorni e porta al rilascio prima di leucociti che combattono la presenza di batteri nella ferita e la formazione di stati infettivi, e successivamente di macrofagi che hanno la funzione di ripulire la zona del danno dalle scorie e dalle strutture in eccesso.
    Curare Cicatrici con dermatofisioterapia
  3. PROLIFERAZIONE. Questa fase che dura per diverse settimane (circa 4) prevede che dal tessuto connettivo intorno alla lesione migrino dei fibroblasti (che sono delle cellule di riparazione) nella zona del danno. Questi producono matrice extracellulare di collagene  e dopo essersi trasformati in miofibroblasti, la compattano così da chiudere la ferita e gli danno una capacità  elastica producendo fibrille di actina e miosina (tipiche dei muscoli).
  4. MATURAZIONE. Questa fase può durare per ben 2 anni e prevede la differenziazione delle varie strutture cellulari così che la cicatrice prenda le caratteristiche dei tessuti circostanti.

Differenziazione delle cicatrici

Le cicatrici possono dividersi tra:

  • ATROFICHE per una ridotta formazione di tessuto che porterà ad un avvallamento della zona lesionata.
    Curare Cicatrice atrofica
  • IPERTROFICHE per una eccessiva produzione di tessuto che rimane nell'area della cicatrice facendola apparire rialzata e spesso sensibile.
    Curare Cicatrici ipertrofica
  • CHELOIDE per una eccessiva produzione di tessuto che supera i margini della cicatrice modificando la cute circostante.
    Curare Cicatrice cheloidea
  • CICATRICE PATOLOGICA.

Nei casi sopra descritti, ma anche se una cicatrice appare sana esteticamente, possiamo avere una alterata formazione del nuovo tessuto capillare e neurologico con conseguenza estetiche (cicatrici rigonfie, rosse, calde) e funzionali (cicatrice insensibile, dolente, ipersensibile, aderente). Queste sono considerate cicatrici PATOLOGICHE.

Queste alterazione neurologiche portano a stimoli alterati  con conseguente contrazione dei muscoli appartenenti allo stesso metamero spinale. 

Alcune cicatrici possono portare a sintomi come:

  • tachicardia
  • cefalee
  • tensioni superficiali e profonde
  • alterazioni posturali
  • limitazioni di movimento
  • problemi linfatico e di circolazione.

Trattamento

Il trattamento parte, nel caso di interventi, dal momento della sutura che se mal effettuato faciliterà la formazione di cicatrici patologiche. Nel caso di traumi, pensiamo ad una lesione muscolare, da subito, mettendo ghiaccio che aiuta a ridurre un eventuale stravaso ematico.

Per piccole cicatrici chirurgiche esistono dei CEROTTI SILICONICI medicamentosi che aiutano l'avvicinamento dei lembi della ferita e la loro sutura in modo perfetto.

Il trattamento con tecniche fisioterapiche strumentali e manuali

In generale le grosse cicatrici possono essere trattate sin da subito con ultrasuoni e laserterapia.

Entrambe hanno azione:

  • antinfiammatoria, così da ridurre il rischio di stravaso ematico;
  • analgesica;
  • stimolante, per la riparazione cellulare;
  • ed attivano il microcircolo.

L'ultrasuono ha anche la capacità, in fase successiva, di ridurre l'eccesso di tessuto cicatriziale consolidato.

Successivamente si possono applicare altre terapie conservative come:

  • tecarterapia con una azione termica, drenante e di stimolazione del metabolismo cellulare;
  • crioterapia con una azione vascolare, metabolica e neurologica.

La cicatrice formata, è  essenziale intervenire con metodiche di:

Queste tecniche, con stimolazioni di taglio, sollevamento, pinzamento hanno effetti importantissimi:
  • riducono l'eccesso di tessuto cicatriziale, 
  • aiutano il corretto allineamento delle fibre collagene,
  • aiutano la corretta formazione del nuovo tessuto vascolare e neurologico.

Questo porta alla totale riduzione delle conseguenze dovute alle aderenze che abbiamo descritto prima.

In fine il Taping neuromuscolare può essere utile con finalità drenante.

Il nostro studio di fisioterapia a Roma e il trattamento delle cicatrici

Negli ultimi anni il nostro centro di Fisioterapia si è specializzato nel trattamento di cicatrici ed altri problemi estetici legati ai tessuti cutanei e sottocutanei, grazie all'impegno del nostro staff nel cercare di offrire sempre servizio specializzati e in continuo aggiornamento.

Nell'ultimo anno abbiamo aggiunto tra i nostri servizi i trattamenti di Fisioterapia Dermatofunzionale (o come viene comunemente chiamata la FisioEstetica).

Scopri di più sulla fisioterapia estetica a Roma, nel nostro studio in zona Montesacro/Talenti.


Esempio trattamento cicatrice con taping

Nella foto: Lesione di piatto tibiale. Trattamento con tape per ridurre la formazione di aderenze cicatriziali e scollare la cicatrice! 50% di tensione su ogni fascetta


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Foto: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/coagulazione/
https://www.microbiologiaitalia.it/immunologia/infiammazione/

Riabilitazione e Fisioterapia post intervento al Seno

La Fisioterapia come alleato nel recupero post-intervento chirurgico al seno

Purtroppo è sempre più frequente la comparsa di forme tumorali che colpiscono le donne al seno.

L'intervento a cui si devono sottoporre può essere più o meno invasivo in base alla grandezza del tumore:

dalla asportazione dei noduli e svuotamento del cavo ascellare ad interventi di quadrantectomia o mastectomia totale. Questi possono implicare l'asportazione di alcune strutture muscolari come il pettorale con successive problematiche.

Quali sono i problemi che possono presentarsi nel post intervento?

  • presenza di cicatrici più o meno piccole che possono causare delle aderenze
  • tensioni legate allo svuotamento del cavo ascellare
  • dolore e limitazione di movimento alla spalla
  • dolore e limitazione di movimento cervicale
  • problemi linfatici al braccio omolaterale
  • formicolio o addormentamento arto superiore omolaterale.

Oltre ai problemi fisici, non andrebbero trascurati i risvolti psicologici che potrebbero essere associati (depressione, insicurezza, ...). Per questo aspetto consigliamo, come centro, di cercare sempre sostegno in associazioni affidabili, che fortunatamente sono ormai parecchio presenti nel nostro territorio.Fisioterapia per tumore al seno

Come ci può aiutare la fisioterapia?

La fisioterapia è un vero alleato nella fase di recupero post-intervento, dal momento che questi interventi possono essere a volte invasivi. Con la fisioterapia si può lavorare su un recupero quasi totale e prevenire ed evitare completamente eventuali conseguenze.

La fisioterapia interviene con tecniche manuali ed esercizi attivi finalizzati al recupero totale della mobilità articolare (qualora ci fosse stata una compromissione) della spalla. 

Importantissimo e il lavoro di scollamento sulla cicatrice (quasi sempre ascellare) per evitare la comparsa di aderenze e di tensioni che possono arrivare fino al collo. 

Sotto prescrizione del medico chirurgo, si interviene con tecniche di linfodrenaggio per limitare o ridurre il linfedema, che può spesso presentarsi sull'arto superiore omolaterale.

Sintetizzando, un adeguato percorso riabilitativo aiuta a:Fisioterapia per tumore al seno

  • drenare un eventuale linfedema
  • recuperare mobilità articolare e forza muscolare
  • prevenire le aderenze della cicatrice
  • migliorare l'aspetto estetico della cicatrice.

Tutto questo aiuta sicuramente la persona a sentirsi più sicura e forte di se.

Contrindicazioni? No grazie!

Improntando da subito un adeguato percorso di recupero, non ci sono controindicazioni nell'uso della fisioterapia di supporto all recupero post-operatorio.

Sicuramente bisogna intervenire in modo molto cauto nelle fasi iniziali, per consentire al corpo di adattarsi alla nuova condizione e tornare lentamente alla piena funzionalità. 

L'ultima nostra raccomandazione è di iniziare il percorso fisioterapico prima possibile per prevenire la comparsa di aderenze e tensioni!


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Case study: bendaggio gambe per trattamento linfedema

Analisi del trattamento di bendaggio elastocompressivo su paziente con linfedema

Paziente:

Donna. Giunge da noi con evidente gonfiore agli arti inferiori dal ginocchio alla caviglia

La patologia:

Le è stato diagnosticato già da tempo la presenza di linfedema ed è attualmente seguita dal suo angiologo che le ha prescritto terapia con bendaggio elastocompressivo con ossido di zinco.

bendaggio gambe per linfedema

Il trattamento:

Quando la paziente è arrivata nel nostro studio di fisioterapia di Roma con la prescrizione sopra indicata, abbiamo avuto un primo colloquio conoscitivo e fissato subito un primo appuntamento.

Paziente con linfedema

Nell'immagine vediamo le gambe della paziente prima della seduta di bendaggio.

Prima della prima seduta la paziente aveva le seguenti misure:

  • circonferenza polpacci: dx 39 cm, sx 38 cm
  • circonferenza caviglie: dx: 24 cm, sx 24 cm

Il primo bendaggio è stato tenuto per 5 giorni, al termine dei quali abbiamo constatato una diminuzione del gonfiore e degli edemi, come visibile anche nella foto subito sotto, ed abbiamo rilevato le seguenti misure:

  • circonferenza polpacci: dx 38 cm, sx 37,5 cm
  • circonferenza caviglie: dx: 23 cm, sx 23 cm

risultato prima seduta bendaggio per linfedema

Dopo il secondo bendaggio, quindi dopo 10 giorni dall'inizio della terapia, abbiamo rilevato un ulteriore miglioramento della paziente:

  • circonferenza polpacci: dx 37 cm, sx 36 cm
  • circonferenza caviglie: dx: 22,5 cm, sx 22,5 cm
Nell'ultima foto qui sotto, oltre alla riduzione del gonfiore, notiamo anche la netta diminuzione degli edemi.

risultato terapia bendaggi gambe

La paziente continuerà il trattamento con uso di calze a compressione, come prescritte dall'angiologo.

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