L'infortunio del 2016, l'operazione e le fasi di recupero di Gianmarco Tamberi dal punto di vista fisioterapico


Lesione Legamento15 luglio 2016, Diamond League di Montecarlo. Gianmarco Tamberi stacca un 2,39m nel salto in alto stabilendo il primato italiano e la vittoria della gara.
Ormai primo tenta di superarsi alzando l'asticella a 2,41m.
Qualcosa va storto, la caviglia non regge, va in eccessiva pronazione…lesione del legamento deltoideo e lacerazione della capsula articolare della caviglia sinistra.

Questo legamento si trova nella parte interna della caviglia e collega il malleolo tibiale ad alcune ossa della caviglia (astragalo, calcagno e scafoide).



Le soluzioni sono 2: 
  • Tentare un recupero conservativo dopo una prima fase di immobilizzazione,
  • Ricostruire il legamento rotto, immobilizzare la caviglia ed iniziare il recupero.
I tempi di recupero non variano molto, ma con l'intervento si ha sicuramente un miglior recupero anatomico, quindi possiamo dire che per uno sportivo è la strada migliore.
Senza intervento si può rischiare di mantenere una lassità del legamento che su un saltatore in alto vuol dire perdere la stabilità della caviglia e la forza esplosiva per il salto.

La scelta fu di operare (intervento eseguito il 19 luglio) con successive due settimane di immobilizzazione con gesso, due settimane di lieve mobilizzazione con tutore e 4 mesi di riabilitazione.

L'intervento in tempi rapidi è essenziale per evitare una retrazione del legamento e la conseguente difficoltà ad agganciarsi all'osso. 
Calcoliamo che un saltatore arriva a scaricare fino a 700kg sulla caviglia nella fase atletica, questo ci fa capire l'importanza di avere legamenti intatti e stabili.

Il Percorso Riabilitativo:


  • 1° mese: come prima detto la fase iniziale prevede immobilizzazione con gesso i primi 15 giorni. I successivi 15 si passa al tutore e ad un graduale recupero del carico con l'ausilio delle stampelle;
  • 2° mese: prevede l'abbandono graduale delle stampelle ed il recupero della fase del passo. Importante è  effettuare esercizi in piscina per il recupero.muscolare e della articolarità senza carico e quindi senza particolari dolori;
  • 3° mese: prosegue il lavoro di rinforzo muscolare globale e si procede con esercizi propriocettivi e di stabilità della caviglia e di tutte le strutture legamenti e tendinee;
  • 4° mese: è la fase che porta alla riatletizzazione. Ovviamente si procede con esercizi sempre più complessi di rinforzo e stabilità che inizino a simulare anche il gesto atletico. Psicologicamente è forse la fase più dura in quando l'atleta rivive il gesto che lo ha portato all'infortunio.
Infortunio Tamberi LegamentoNel caso di Tamberi, il percorso riabilitativo procedeva bene, ma continuava ad essere presente un dolore che non gli consentiva di tornare ad allenarsi a buoni livelli.
Ulteriori indagini mostrarono la presenza dell'Os Trigonum. 

Questo è  un ossicino in eccesso che diverse persone hanno nella parte posteriore della caviglia. La presenza è spesso congenita e non causa sintomi particolari, ma in presenza di storte o gravi infortuni può iniziare a farsi sentire, causando importanti limitazioni funzionali.
L'unica soluzione è l'asportazione con tecniche mininvasive.

Il 26 gennaio 2017 si sottopose a questo secondo intervento
Anche questo intervento prevede un percorso riabilitativo finalizzato ad un pieno recupero dell'articolarità e della stabilità della caviglia con esercizi propriocettivi.
Nel caso di Tamberi questa seconda fase riabilitativa fu più rapida avendo già effettuato il grosso del recupero nei mesi successivi al primo intervento.

L'11 agosto 2017 era di nuovo sulla pedana del salto ai mondiali di Londra.
Il ritorno alle misure di salto pre infortunio non è stato veloce (a causa di altri piccoli infortuni) e solo nel 2019 tornò a superare i 2.30m di salto, fino all'attuale 2.39m che gli è valso l'oro olimpico insieme a Mutaz Barshim che nel 2018 aveva subito lo stesso infortunio.

Il Recupero e la Riatletizzazione


Betsy Torriente Leal, la nostra preparatrice atletica, ci ha spiegato quanto sia importante affidarsi a personale qualificato per un corretto ritorno all'attività fisica, cosi da evitare successivi infortuni.
Finito il percorso riabilitativo si continua ad eseguire esercizi propriocettivi con l'ausilio di tavolette e cuscini.
Si iniziano ad introdurre esercizi su sabbia a piedi scalzi cosi da rinforzare tutti i muscoli del piede e della caviglia senza subire traumi.
Importante è non perdere la visione globale del corpo e continuare a rinforzare tutti i muscoli, il rischio infatti è  proprio di concentrarsi solo sulla ripresa della parte infortunata non considerando che il ritorno al gesto atletico prevede un lavoro su tutto il corpo di rinforzo, articolarità ed elasticizzazione.
Pian piano si iniziano ad introdurre piccoli balzi ed esercizi di reattività neuromuscolare (come la pliometria), fino ad arrivare a simulare il gesto atletico aumentando gradualmente i carichi.

Ovviamente i tempi di recupero sono molto soggettivi.
Questi dipendono da:
  • stato fisico della persona,
  • presenza di fastidi,
  • recupero psicologico del trauma e della paura del gesto.
Questo terzo punto apre un nuovo capitolo riguardo all'importanza del supporto di uno psicologo o coach, soprattutto negli sportivi che devono raggiungere prestazioni ad altissimi livelli.

Ultimo aggiornamento: Agosto 2021

Photo Credits: By filip bossuyt from Kortrijk, Belgium - 786 tamberi, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=65014853

Prevenire infortuni nel running

Bibliografia:


Photo Credits: By filip bossuyt from Kortrijk, Belgium - 786 tamberi, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=65014853


Quanto dura il recupero post-infortunio o post-opeazione chirurgica?

La differenza tra una persona comune ed uno sportivo di alto livello

Molti di noi quando subiscono un infortunio come uno stiramento o uno strappo muscolare o quando devono sottoporsi ad interventi chirurgici come la pulizia dei menischi, la ricostruzione di un legamento (es. Crociato Anteriore) o di un tendine, sono portati a fare un immediato confronto con gli sportivi agonisti e i loro recuperi straordinari.

È normale fare confronti del genere, ma molto spesso è sbagliato in quanto ti portano ad avere delle aspettative eccessive difficilmente raggiungibili.

Analizziamo le differenze

Andiamo ad analizzare quali sono gli aspetti che differenziano una persona comune da uno sportivo agonista nel momento in cui subiscono un infortunio simile e quindi perché non si possono fare confronti:

  1. In primis bisogna fare presente che lo sportivo agonista ha spesso una età tra i 20 ed i 35 anni, fascia di età in cui la capacità di recupero è molto più rapida.
  2. Allenandosi tutti i giorni ha una struttura muscolo scheletrica molto più forte di una persona comune e molto più allenata e pronta ad essere sottoposta ad una intensa attività di recupero post infortunio.
  3. Nel caso di un intervento chirurgico, spesso l'atleta agonista viene operato entro le 24h dopo l'infortunio consentendo di perdere meno tono muscolare possibile e quindi abbreviare il recupero. Nelle persone comuni spesso passa molto più tempo, facendo perdere più tono muscolare e facendo creare compensi errati.
  4. nel caso di un infortunio come una lesione muscolare, dobbiamo tenere a mente che l'atleta agonista ha spesso a disposizione équipe mediche e fisioterapiche che hanno il compito di guarirlo il prima possibile e può fare terapie per più ore al giorno. La persona comune non ha un fisioterapista personale e spesso non si sottopone a terapie costanti e giornaliere (sia per fattori di tempo, sia per fattori economici, sia per un carente impegno negli esercizi autonomi).

Un ottimo esempio di come viene affrontato un infortunio per uno sportivo ad alti livelli, possiamo trovarlo in questo nostro precedente articolo, riguardo l'infortunio e il recupero del campione olimpico Gianmarco Tamberi??

In conclusione

In conclusione possiamo affermare che è meglio non fare confronti con sportivi agonisti, ma vi consigliamo di:

  • affidarvi a medici e fisioterapisti di fiducia e competenti che possano indirizzarvi sul corretto programma di recupero
  • avere la giusta pazienza e non incappare in errori per precorrere i tempi di recupero
  • eseguire costantemente gli esercizi che vengono consigliati e non limitarsi alle sole sedute di fisioterapia.

A chi rivolgersi a Roma per recupero post infortunio o post operazione chirurgica

Il nostro centro di Fisioterapia a Roma, è specializzato nella riabilitazione post infortunio e post operazione chirurgica sia per agonisti sia per non sportivi, tenendo sempre ben presente e al centro del programma le esigenze, le aspettative e le possibilità di ogni paziente.

Osteokinesis vanta nel proprio staff fisioterapisti con esperienza pluriennale in programmi personalizzati di recupero post operatorio, programmi di allenamento e rinforzo muscolare per la prevenzione di infortuni e recupero post infortunio.

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