Analisi degli effetti sul benessere fisico dei due tipi di corsa: resistenza o velocità

corsa di resistenza o velocità

L'immagine mette a confronto rischi e benefici per la salute di atleti anziani che hanno praticato attività da sprinter (colore nero) ed attività da fondista (colore bianco).

La linea tratteggiata evidenzia il livello di densità ossea che spesso è simile negli atleti di resistenza e nei soggetti che non praticano sport.

Dal diagramma si evidenzia come in entrambe i casi si abbiano valori più elevati rispetto ai soggetti standard che non praticano sport.

In realtà non è sempre cosi: tendinopatia, lesioni e artrosi si verificano più frequentemente negli atleti rispetto alla popolazione generale.

Gli atleti professionisti competitivi che partecipano all'allenamento di resistenza intensiva a lungo termine possono presentare un rischio leggermente più elevato di deleteri cambiamenti strutturali, funzionali, cardiovascolari rispetto alla popolazione generale; non è noto il rischio analogo nell'invecchiamento di atleti allenati allo sprint (colore grigio).

La capacità aerobica massima (VO2 max) 

È noto che i corridori di resistenza abbiano maggiore capacità aerobica dei velocisti, vediamo un dato espresso per millilitro per chilogrammo per minuto (~58 vs ~47 mL · kg [alla-1] · min [alla -1] , rispettivamente).

La cosa interessante è notare la velocità di perdita di VO2max: nel gruppo di velocisti (0,31 ml · kg -1 · min -1 per anno) rispetto ai corridori di resistenza (0,46 mL · kg -1 · min -1 all'anno) e ai controlli non allenati (0,35 mL · kg -1 · min -1all'anno).

Il tutto espresso in percentuale per ogni decade, fa risultate questo:

  • Nei corridori di fondo -8.7% di perdita per decade.
  • Nei velocisti -6.6% di perdita per decade.
  • Nei soggetti non allenati -7.0% di perdita per decade.

Questo mostra come i corridori di fondo partano da un livello più elevato di capacità aerobica, ma abbiano nel tempo una perdita maggiore.

Massa grassa e massa magra

Entrambe i gruppi hanno evidenziato, a distanza di anni, il mantenimento di una percentuale di massa grassa nettamente inferiore rispetto a chi non pratica sport. La massa magra risultava superiore nel gruppo dei velocisti (aspetto importante nella prevenzione ai cambiamenti funzionali e strutturali del corpo) negli anni.

Fonti:
(Barnard RJ, Grimditch GK, Wilmore JH.) Caratteristiche fisiologiche dei corridori sprint e endurance master. Med. Sci. Gli sport. 1979; 11 (2): 167–71.
(Gast U, Belavý DL, Armbrecht G, et al.) La densità ossea e la funzione neuromuscolare negli atleti più anziani della competizione dipendono dalla distanza di corsa. Osteoporosi Int. 2013; 24 (7): 2033–42.

La densità ossea

Ossa normali confronto osteoporosi


In genere tutti gli atleti che praticano atletica leggera presentano un incremento della densità ossea rispetto a soggetti sedentari o che praticano sport antigravitari (nuoto, ciclismo). Lo studio ha evidenziato come i velocisti presentino una maggior densità ossea. Questo grazie al tipo di stimolazione data all'osso da parte di muscoli e tendini. Il maggior utilizzo di forza concentrica ed eccentrica ed azioni di sprint e strappo migliorano la formazione ossea. Nei fondisti, lo stress ripetitivo della corsa, legato ad una non intensa azione di forza può determinare un effetto contrario, portando l'atleta ad avere una densità ossea uguale se non inferiore ad un soggetto sedentario.
Lo studio ha anche evidenziato come questo incremento di densità ossea non eviti il declino della stessa con l'età, avvicinandosi a quella dei soggetti sedentari, dopo gli 80 anni.

Funzione Neuromuscolare

funzione neuromuscolareLo studio prevedeva dei test su salto a una e due gambe ed ha evidenziato risultati migliori nei velocisti master piuttosto che nei corridori di resistenza. Questi ultimi presentavano livelli al di sotto o uguali a quelli della popolazione normale.

Fonti:
(Gast U, Belavý DL, Armbrecht G, et al.) La densità ossea e la funzione neuromuscolare negli atleti più anziani della competizione dipendono dalla distanza di corsa. Osteoporosi Int. 2013; 24 (7): 2033–42.
(Michaelis I, Kwiet A, Gast U, et al.) Declino della potenza specifica del picco di salto con l'età dei corridori esperti. J. Musculoskelet. Neuronal Interact. 2008; 8 (1): 64–70.

Rischi

Lesione tendine Achille
La pratica costante dell'atletica leggera comporta anche una serie di possibili rischi. Nei velocisti e mezzofondisti esiste in più alto rischio di lesione del tendine di Achille dopo i 45 anni (oltre al maggior rischio di infortunio tendineo durante la pratica agonistica). Nei fondisti invece si evidenzia un aumentato rischio di artrosi alle articolazioni di anca, ginocchio e caviglia.

Alcuni studi evidenziano comunque come i benefici superino i rischi in età avanzata.

Kettunen J, Kujala UM, Kaprio J, Sarna S. Salute degli atleti di atletica leggera: uno studio di follow-up di 16 anni. Clin. J. Sport Med. 2006; 16 (2): 142–8.
Kujala UM, Marti P, Kaprio J, Hernelahti M, Tikkanen H, Sarna S. Insorgenza di malattie croniche in ex atleti di alto livello. Prevalenza di benefici, rischi o effetti di selezione? Sports Med. 2003; 33 (8): 553–61.-

Aritmie Cardiache

I corridori di resistenza master presentano dimensioni cardiache maggiori rispetto agli sprinter. Ovviamente parliamo di una ipertrofia benigna, anche se una revisione di diversi studi ( Wilson M, O'Hanlon R, Basavarajaiah S, et al. Funzione cardiovascolare e atleta veterano. Euro. J. Appl. Physiol. 2010; 110 (3): 459–78.) evidenzia che una carriera da fondista che duri tutta la vita sia collegata a deleteri cambiamenti nella struttura e nella funzione vascolare cardiaca, periferica e cerebrale.
Inoltre i carichi di lavoro eccessivi e le troppe gare predispongono ad un rischio di aritmie e fibrillazione. Al di là di questi problemi che potrebbero essere evitati cercando di non portare sforzi eccessivi ad età avanzate, la pratica di ambo le discipline riduce drasticamente il rischio di malattie croniche, coronariche, vascolari e di insufficienza cardiaca.

Fonte:
(Kujala UM, Marti P, Kaprio J, Hernelahti M, Tikkanen H, Sarna S.) Insorgenza di malattie croniche in ex atleti di alto livello. Prevalenza di benefici, rischi o effetti di selezione? Sports Med. 2003; 33 (8): 553–61.-

Importante

Lo stesso studio mette in evidenza come manchino ancora molti studi che possano dare piena conferma ai dati espressi.


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Bibliografia

Sprinters versus long-distance runners: how to grow old healthy. Review article Kusy K, et al. Exerc Sport Sci Rev. 2015.


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